Blockchain

La blockchain in azienda

Affrontiamo nel modo più semplice possibile e focalizzandolo sul punto di vista dell'azienda, e per farlo l'analisi non potrà che partire dalla prima blockchain esistente, quella di Bitcoin
Affrontiamo nel modo più semplice possibile e focalizzandolo sul punto di vista dell'azienda, e per farlo l'analisi non potrà che partire dalla prima blockchain esistente, quella di Bitcoin

La crescente popolarità delle criptovalute sta portando sempre più persone a interessarsi alle tecnologie blockchain e alle loro potenzialità. Sempre più spesso il termine “blockchain” viene utilizzato come termine generico che la maggior parte delle persone associa a Bitcoin, la più famosa moneta digitale creata utilizzando questa tecnologia. In realtà il potenziale dell’applicazione dei protocolli decentralizzati è molto più grande ed è visto con interesse sempre più importante da aziende ma anche addirittura da banche centrali.
Per capire i motivi di questo nuovo interesse del mondo business inizierò una serie di post settimanali relativi al mondo della blockchain e su come e perché questa può essere base futura per lo sviluppo di nuovi software più intelligenti ed evoluti che presto entreranno in molte aziende.

Non parleremo di token, NFTs, di speculazioni del mercato , né approfondiremo l’analisi delle varie blockchain disponibili (anche perché l’elenco cambia continuamente): lo scopo di questa serie di articoli è educare le aziende alle potenzialità di questa nuova tecnologia: crediamo che, almeno nel mondo business, la scelta della soluzione corretta debba essere fatta su basi solide e che il trend di mercato di questo o quel token non dovrebbe influenzare questa scelta.

Cercheremo di discutere dell’argomento nel modo più semplice possibile e focalizzandolo sul punto di vista dell’azienda, e per farlo l’analisi non potrà che partire dalla prima blockchain esistente, la blockchain di Bitcoin, progettata per essere scalabile ed ispirazione di tutte le successive.

Mi rendo conto che, in particolare per i neofiti, oggi è particolarmente difficile trovare in rete informazioni che approfondiscano in modo imparziale l’argomento. Online e specialmente sui canali social è diffusa molta disinformazione e il mio consiglio pertanto è di separare in modo netto la speculazione e il trading da una scelta tecnologica che non può essere basata sugli hastags in trend o dall’ultimo tweet di Elon Musk ma deve essere studiata e ben motivata tecnicamente.

Cominciamo, e come partire meglio che ponendoci una domanda essenziale che tutti si fanno appena leggono il termine “blockchain”: cosa è la blockchain e che problemi risolve?

Il modo più semplice per spiegare quale problema risolve la blockchain l’ho trovato in questo articolo del 2013 di Nick Custodio. Ne consiglio la lettura ma lo riassumo per chi ha particolare fretta:

Nel mio negozio fisico, posso venderti una mela, ammesso che io ne abbia una e tu la voglia. Se la accetti, la conseguenza sarà che tu hai una mela e io ho a disposizione una mela in meno e da quel momento ne hai piena disponibilità, puoi farci quello che vuoi. E’ facile dimostrarlo perché la mela ha una sua fisicità.

Ma se ho una mela digitale e voglio vendertela, la questione si complica: come puoi essere certo che dopo avertela data sia tua e SOLO tua? Sappiamo tutti che se ti invio una foto via Whatsapp, quella foto inviata è una copia digitale, magari identica all’originale, ma pur sempre una copia.
Così, tornando alla mela digitale, forse ho ancora una copia di quella mela digitale sul mio computer. Forse l’ho messa su Internet e un milione di persone l’ha scaricata. Quindi fare transazioni con mele digitali non sembra lo stesso che farle con mele fisiche.

Questo problema si chiama “double spending” e la sua soluzione è un registro di queste operazioni dato a tutti che contiene tutte le transazioni di mele digitali effettuate. Essendo distribuito, non posso modificarlo: non posso spedirti mele che non ho perché non risulterebbe nei sistemi di tutti. Non posso aggiungere mele ai miei possedimenti perché non è controllato da nessuno: le regole del sistema sono state definite all’inizio e sono chiare, visibili a tutti.

Ecco che abbiamo descritto, in modo molto semplificato, il ruolo e le peculiarità della blockchain: è un registro distribuito costituito da blocchi di dati “incatenati” tra loro in sequenza, dove ogni blocco contiene informazioni che lo legano al blocco precedente e i cui dati vengono copiati e archiviati su diversi nodi, rendendo il contenuto impossibile da modificare.

Un modo più visuale per capire a cosa serve la blockchain (in inglese)

Le applicazioni della blockchain sono rilevanti in svariati settori e consentono, almeno potenzialmente, di fare a meno di istituzioni finanziarie e simili. La relazione fra blockchain e bitcoin, ad esempio, è cruciale per capire l’importanza della blockchain.

Bitcoin dal 2009 ha stimolato l’adozione della tecnologia blockchain. Con i bitcoin, ogni transazione è resa legittima da parte una rete decentralizzata e non dalle autorità centrali come le banche, ad esempio.

Esistono blockchain pubbliche (come Bitcoin), ma anche private (come Hyperledger Fabric) e ibride. In molti pensano che le blockchain private (dette anche “permissioned”) essendo caratterizzate da un accesso alla rete ristretto ad alcuni partecipanti autorizzati e da un processo di validazione demandato a un gruppo ristretto di attori, non hanno molte differenze da un normale database salvo essere chiaramente più “trendy”. In questi post le blockchain di tipo “permissioned” e ibride non verranno considerate.

La tecnologia blockchain pubblica permette di creare un registro che ha alcune caratteristiche importanti:

  • è decentralizzato: le informazioni sono distribuite su più nodi;
  • è tracciabile, verificabile e trasparente: le informazioni in esso contenute sono trasparenti e se può facilmente risalire alla esatta provenienza;
  • è senza intermediari: non ci sono enti centrali per approvazione;
  • è immutabile: ciò che è scritto nel registro non è modificabile salvo il consenso della rete
  • è programmabile: le blockchain come quella di Bitcoin possono eseguire algoritmi.

Una versione puramente peer-to-peer di denaro elettronico permetterebbe di spedire direttamente pagamenti online da un’entità ad un’altra senza passare tramite un’istituzione finanziaria.

Satoshi Nakamoto, 2008

Per capire ancora meglio cosa è la blockchain, come funziona e del perché fornisce una serie di servizi unici è consigliata una lettura più approfondita del documento che ha iniziato tutto ovvero il whitepaper scritto nel 2008 da un anonimo Satoshi Nakamoto e chiamato “Bitcoin: A Peer to Peer Electronic Cash System”. Parleremo di questo e dell’uso della blockchain in azienda attraverso il prossimo post.